Pappagalli da 30mila euro e orchidee selvatiche: il lato oscuro del Mercato Nero
Il mercato nero di animali e piante esotiche rappresenta un business globale da miliardi di euro e Torino non ne è esente. La città piemontese si trova spesso al centro di storie che intrecciano illegalità, biodiversità e lotta per la conservazione. Tra i casi più eclatanti registrati negli ultimi anni figura il sequestro di un puma detenuto come animale da compagnia in una villa nei pressi del Parco La Mandria. L’animale, sottratto al suo habitat naturale, era tenuto in condizioni incompatibili con il suo benessere. Questo episodio ha acceso i riflettori sul fenomeno degli animali esotici trattati come status symbol.
Il traffico illegale di animali esotici e piante rare minaccia la biodiversità globale, distruggendo habitat naturali e portando specie uniche sull’orlo dell’estinzione irreversibile.
Non solo grandi felini, ma anche pappagalli rarissimi, il cui valore supera i 30mila euro l’uno, vengono intercettati a Torino. Questi animali, spesso catturati illegalmente nei loro paesi d’origine, vengono introdotti sul mercato europeo attraverso reti criminali sofisticate. Il traffico di fauna selvatica non solo mette a rischio la sopravvivenza di specie già minacciate, ma contribuisce anche alla diffusione di malattie zoonotiche. Le autorità cittadine e regionali, in collaborazione con il CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), sono impegnate in una lotta senza quartiere contro questi traffici. A Torino, la Guardia di Finanza e i Carabinieri Forestali svolgono regolarmente operazioni di controllo e sequestro, mirate a smantellare le reti di traffico illecito.
Un ruolo fondamentale in questa battaglia lo gioca il Centro Animali Non Convenzionali (CANC) di Grugliasco, considerato un’eccellenza nazionale. Ogni anno, il centro offre cure e rifugio a migliaia di animali esotici sequestrati, che spesso arrivano in condizioni critiche. Veterinari e specialisti lavorano instancabilmente per garantire il recupero e, quando possibile, il reinserimento in ambienti naturali o strutture idonee. “Il nostro obiettivo è duplice,” spiega uno dei responsabili del CANC. “Da un lato curiamo gli animali sequestrati, dall’altro sensibilizziamo il pubblico sull’importanza di rispettare la fauna selvatica e di dire no all’acquisto illegale.”
Il mercato nero non coinvolge solo animali, ma anche piante rare, come orchidee selvatiche e cactus protetti. Queste specie, spesso prelevate illegalmente dai loro habitat naturali, finiscono nelle collezioni di appassionati senza scrupoli. Il danno ecologico è incalcolabile, poiché tali azioni compromettono ecosistemi già fragili. La città di Torino, grazie alla collaborazione tra istituzioni, associazioni ambientaliste e forze dell’ordine, è in prima linea per contrastare questo fenomeno. Campagne di sensibilizzazione e progetti educativi mirano a coinvolgere i cittadini, informandoli sui rischi legati al commercio illegale e sull’importanza di segnalare situazioni sospette.
La lotta al mercato nero di animali e piante è una sfida complessa che richiede un impegno globale, ma storie come quelle di Torino dimostrano che la collaborazione tra enti locali e internazionali può fare la differenza. La salvaguardia della biodiversità è una responsabilità condivisa, e ogni azione conta per proteggere il nostro pianeta.