Addio a Tepepa, il rapinatore leggendario della provincia di Torino

Moncalieri piange Tepepa: morto il rapinatore simbolo del crimine locale

Ennio Sinigaglia, meglio conosciuto come “Tepepa”, il celebre rapinatore di banche della provincia di Torino, è morto all’età di 87 anni all’inizio del 2025. La sua vita, tra crimine e carcere, si è conclusa dopo settimane di degenza in una struttura sanitaria in seguito a un’ischemia che lo aveva colpito alla fine dello scorso anno. Il suo soprannome, ispirato al personaggio di un famoso film western, era diventato sinonimo di audacia e ingegno nel mondo del crimine.

Malore fatale per Tepepa, il celebre rapinatore della provincia di Torino. Tepepa, il bandito cinematografico del torinese, muore a 87 anni
Tepepa, il bandito che ispirò una generazione, si spegne a 87 anni.

Dalle rapine ai tribunali: muore Tepepa, simbolo del crimine torinese

Nato e cresciuto a Moncalieri, cittadina alle porte di Torino, Tepepa aveva costruito la sua reputazione con una serie di rapine spettacolari che, nel corso della sua carriera, gli avevano fruttato un bottino complessivo di 250 milioni di lire. Nonostante la sua abilità nel pianificare colpi complessi, la sua vita criminale lo aveva portato a trascorrere lunghi periodi dietro le sbarre. La sua figura, al tempo stesso temuta e affascinante, era circondata da un alone di mistero che lo aveva reso una sorta di leggenda locale.

Alla fine del 2024, un grave malore aveva colpito Tepepa, costringendolo a un ricovero iniziale presso l’ospedale Santa Croce di Moncalieri. Dopo un breve periodo in ospedale, era stato trasferito in una struttura specializzata per ricevere cure palliative. Nonostante le cure ricevute, il suo stato di salute si è progressivamente aggravato, portando alla sua morte nelle prime settimane del nuovo anno. La sua scomparsa ha segnato la fine di un’era per il mondo del crimine locale.

Su Tepepa pendevano ancora alcuni procedimenti giudiziari al momento della sua morte, gestiti dal suo storico avvocato Mauro Molinengo. Tuttavia, come previsto dalla legge, questi procedimenti sono stati estinti con la sua morte. La sua vita è stata segnata da una costante sfida alle autorità, ma anche da un’esistenza trascorsa tra carcere e libertà condizionata. Nonostante tutto, per molti rappresentava un simbolo di ribellione contro il sistema, un’immagine che aveva coltivato anche grazie al suo soprannome cinematografico.

La sua figura ha ispirato racconti e aneddoti nel corso degli anni. Le sue rapine, spesso caratterizzate da piani elaborati e meticolosi, lo avevano reso una figura controversa ma affascinante. Tuttavia, la sua vita non è mai stata priva di conseguenze: gli anni trascorsi in carcere e le difficoltà che ha affrontato nel reinserirsi nella società testimoniano il prezzo alto che ha pagato per le sue scelte.

La morte di Ennio Sinigaglia rappresenta la fine di una storia che, per decenni, ha intrecciato crimine, fascino e tragedia. Con lui scompare una figura che ha segnato la storia del crimine locale, lasciando dietro di sé un’eredità fatta di luci e ombre. Il nome “Tepepa”, per molti, resterà sinonimo di una vita vissuta al limite, tra sfide alle autorità e una ricerca costante di libertà.

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